Fare in modo che nessun operatore in Italia debba mai più lavorare a mano.
Questa è la vision della mia azienda, Logcenter, che ho deciso di condividere con voi per aprire su queste pagine un argomento molto importante del “fare impresa”: vision e specializzazione. Si tratta, infatti, di due elementi imprescindibili per ottenere successo manageriale e fare del bene al territorio in cui si vive. La vision è la nostra mappa, il perché che ci muove, la benzina nel motore.
E’ quando essa viene a mancare che il proprio business, il proprio marketing, il proprio personal branding, ne risentono terribilmente. Senza un ideale che ci dà la spinta a fare ogni cosa in nostro possesso per perseguirlo, la nostra comunicazione si annacqua, il nostro “io” si fa confuso e ogni azione, in campo lavorativo, diventa meramente di sussistenza.
Il lavoro non è più lo specchio di realizzazione del sé, ma solo un mezzo per vivere. Lo stesso discorso vale per la specializzazione; oggi la tuttologia non premia più, dire di essere esperti a 360° in un determinato settore non offre una posizione di vantaggio agli occhi di un prospect, anzi. Siamo convinti che sapere di tutto un po’ sia motivo di scelta da parte del potenziale cliente: non è forse, invece, l’essere in grado di fare gioco di squadra, l’avere una rete di partner e fornitori affidabili, l’essere conosciuti ed essere rilevanti nel proprio settore la vera forza di un business? In tanti non credono alla forza e alla potenza delle loro idee per mancanza di visione, di reti e di specializzazione.
Siamo ancora figli del “tutto e subito”: se il risultato non si vede nel breve allora termine quell’idea è sbagliata ed è meglio abbandonarla e correre ai ripari. Un atteggiamento che si ripercuote sulla propria brand reputation e sull’ecosistema azienda dal momento che ne risentono i processi, il mansionario e la formazione. Se il nostro “perchè” è forte troverà il modo di uscire fuori e sarà attrattivo per quanti sentiranno risuonare in esso valori affini: ecco perché la vision va comunicata anche in fase di selezione del personale come spiego nel mio nuovo libro prossimamente in uscita.
Le persone non si accendono per i soldi: si accendono quando condividono un sogno, una vision comune; quando scorgiamo questa fiamma negli occhi di un candidato sappiamo di aver centrato il nostro scopo poiché sappiamo che è orientato al futuro.
Viceversa, quando troviamo qualcuno orientato al passato, ancorato nel qui e ora, e che fatica a vedere il nostro sogno difficilmente con il tempo riuscirà a cambiare il proprio tono emozionale.