All’argomento del “fare impresa” ho dedicato il mio ultimo libro in ordine cronologico, “ImpresAbility”; quando si diventa imprenditori, infatti, non esiste un libretto di istruzioni per imparare a pilotare nel modo corretto la propria azienda né tantomeno un mentore che, quotidianamente, ci dice se stiamo agendo bene o male. Per questo motivo ho deciso di mettere nero su bianco la mia esperienza, fatta di successi, fallimenti, relazioni e formazione. Si può dire che siano cinque i livelli di business da affrontare per diventare imprenditori di successo, dove il successo non dipende direttamente dal fatturato ma da quale impatto lasciamo alla società in cui ci viviamo.
La causatività come benzina da mettere nel motore
Il primo step da affrontare quando si decide di imprendere riguarda un assetto mentale che si definisce causatività; si tratta infatti di quella caratteristica in grado di impattare ad effetto domino sule altre, la miccia che dà il via ad ogni cosa. Con il termine “causativo” si intende chi o che cosa è in grado di essere causa; di conseguenza, la causatività sarà quell’attitudine che ci permette di essere causa ovvero di non subire una determinata situazione, ma di “farla accadere”.
Il potere della causatività è proprio quello di farci comprendere che tutto dipende da noi; ritenerci responsabili di ciò che ci circonda affrontando la nostra vita tenendo salde le redini del volante ci permette di seguire la strada che vogliamo raggiungere. Il controllo sta a noi ed è in questo modo che possiamo impattare a fondo sull’ecosistema che ci circonda. Come si apprende questo tipo di mindset? Iniziando a farsi le domande giuste e ponendo l’accento verso se stessi e non verso l’esterno.
Imprenditori si diventa
Non si impara a fare impresa dall’oggi al domani: quello dell’imprenditore è un processo che si acquisisce step by step con studio, pratica e dedizione. Per avviare la propria azienda è fondamentale avere una idea di business, una specializzazione chiara e porsi obiettivi precisi. Una volta definito ciò occorre analizzare il mercato e capire come differenziarsi rispetto all’offerta già esistente. Ciascuno di noi deve trovare il proprio tratto distintivo, un prodotto o servizio differenziante che ne determini la scelta d’acquisto al di là della mera questione del prezzo.
È importantissimo altresì capire quali sono i nostri potenziali concorrenti, in quali aree geografiche operano, in quale nicchia di offerta si sono posizionati e quali sono i loro punti di forza e di debolezza. A questo punto diventa fondamentale redigere un business plan per non lasciare nulla al caso: anche nella fase di start-up imprenditoriale (che rappresenta il primo gradino di business che vogliamo scalare) la pianificazione dettagliata deve essere precisa e accurata. IL Business plan è quel documento che descrive il progetto imprenditoriale dettagliatamente in tutte le sue caratteristiche, focalizzandosi su obiettivi e strategie, sui punti di forza, evidenzia opportunità e minacce anche in riferimento all’analisi della concorrenza. Stilare il business plan significa esporre una valutazione oggettiva della fattibilità del progetto di impresa e tracciare le linee guida per sua la gestione.
Si parte dalla start-up
La prima fase da compiere prima e da superare, poi, nel nostro “cammino” verso l’imprenditorialità, è quella che possiamo definire di Avvio. Come spiego nel mio libro, in questo livello non vi è nulla di avviato, esiste solo un’idea di impresa, una bozza su carta. In questo step l’apprendista imprenditore è mosso dal desiderio di creare, dalla passione per quel determinato settore di mercato selezionato e dalla sete di rivalsa di far vedere al mondo intero di che pasta il soggetto creativo è fatto.
Possiamo affermare che si tratta di una fase emotiva in cui occorre essere forti ed estremamente determinati nel voler realizzare il proprio progetto. La fase di avvio può durare da sei mesi a due anni nel caso di progetti estremamente strutturati; a mio avviso è bene rimanere in questo step non oltre i dodici mesi dal momento che, in questo primo passaggio, non si guadagna nulla, ma si investe parecchio. Una volta superato l’avvio si raggiunge l’autoimpiego e, successivamente, una fase in cui siamo dipendenti di noi stessi. Il vero successo si ottiene quando si raggiunge la delega che ci permette di non lavorare più nel business, ma per il business. Solo in quel momento si può dire di essere diventati imprenditori.